Prima Parte

Benché la comunicazione con gli esseri disincarnati non sia troppo largamente praticata nei Paesi industrializzati, essa ha di fatto occupato un posto di tutto rilievo in seno all’evoluzione umana di cui si abbia conoscenza. Fin dai tempi più remoti, i popoli hanno ricercato informazioni e consigli presso quanti vivono “dall’altra parte”. Leggi tutto

Ricordo bene il giorno in cui attraversai le vaste distese della Grande Prateria, a testa alta, le piume del copricapo ondeggianti al vento. I soldati videro soltanto la mia figura che si stagliava contro il cielo. Mi avvicinai lentamente, le braccia scostate dal corpo ed i palmi delle mani rivolti verso di loro, in segno di pace. Osservavo le ondate d’amore che si sprigionavano dalle mie mani e che avevano tutta la forza dell’amore da me espresso prima e dopo il Golgota. Leggi Tutto

Noi siamo il Popolo degli Uccelli, il Clan Solare, i Figli delle Stelle. I miti africani relativi alla creazione dell’universo ricordano la nostra esistenza, gli aborigeni australiani ci onorano e le tradizioni popolari di tutti i popoli della Terra evocano la nostra presenza: siamo la fonte di ogni natività, la maniera in cui la creatività dello spirito si manifesta in questo mondo ed in tutti i mondi superiori. Individualizzati ed intelligenti, in virtù della nostra natura spirituale, rappresentiamo l’influenza tangibile attraverso la quale un Creatore onnipotente opera l’unione con un mondo materiale. Leggi Tutto

Nonostante la ribellione delle razze guerriere, alcuni popoli continuarono ad opporsi all’idea di ricacciare i loro spiriti stellari. Attorno ai fuochi, durante le riunioni dei consigli, rappresentavamo ciascuna delle tribù rimaste fedeli attraverso un piccolo cerchio tracciato sulla sabbia, ed intorno a questi Custodi dei Cerchi di Luce disegnavamo poi un’ampia circonferenza, simbolo del Grande Spirito che tutti li racchiudeva. Tra noi ci riconoscevamo col nome di “Ongwhehonwhe”, che significa “il popolo fedele alla realtà”. Leggi Tutto

Veniamo designati con numerosi appellativi. Siamo stati chiamati angeli, Popolo degli Uccelli, Sé Superiori, Hoksedas, Spiriti delle Stelle. Ma la realtà della nostra natura supera il significato evocato da una semplice parola. noi siamo le innumerevoli proiezioni dell’Eterno Uno, siamo spiriti destinati a fondersi negli esseri umani di oggi. Attualmente voi credete di essere il vostro ego, ma quest’ultimo rappresenta solo una metà dell’equazione umana. Un uomo completo è una stretta alleanza di spirito ed ego. Leggi Tutto

Veniva dalle stelle. Numerose furono le tribù che ricevettero la sua visita, ed ognuna di esse la chiamava con un diverso nome. Ora potete immaginarla così come apparve a due cacciatori sioux che stavano camminando a piedi nudi lungo le pendici ondulate delle colline che costellavano la grande prateria. Leggi Tutto

La nostra visione originale lasciava intendere che i popoli americani avrebbero mantenuto la loro integrità. Se tale visione si fosse realizzata, gli scambi tra americani ed europei sarebbero stati di natura strettamente educativa, ed i popoli d’America avrebbero svolto il ruolo di maestri e di guaritori, per guidare consapevolmente le razze guerriere fuori dalle tenebre. Leggi Tutto

Erano ormai alcune settimane che vivevo con i Mohawk. Fin dal mio arrivo, essi avevano tollerato la mia presenza con riluttanza, considerandomi uno straniero dai modi schietti, venuto dal nord, ma da quel momento in poi, non avrei nemmeno più avuto diritto a quella fredda accoglienza. Leggi Tutto

Come avevo sperato, il Popolo della Selce fu il primo ad accettare di appartenere ad una confederazione tribale, a patto che potessi farmi garante della buona volontà delle altre nazioni irochesi. Leggi Tutto

La visione che mi era apparsa in una notte stellata di cinque inverni prima diventava ora realtà. L’anno precedente avevo visto la quinta nazione, quella dei Seneca, aderire alla pace, ed i principali rappresentanti delle cinque tribù irochesi erano stati adesso convocati allo scopo di istituire ufficialmente la lega. Leggi Tutto

In quell’assembramento di cacciatori e guerrieri, accadde poi qualcosa di assai particolare. Più tardi, alcuni dissero che si era prodotto un miracolo, tuttavia i testimoni della scena non ci trovarono nulla di anormale. In realtà, la nostra dimostrazione non fu che passeggera, tanto il fatto ci parve naturale ed attinente al racconto di Hiawatha.  Leggi Tutto

La pace regnò dunque nelle foreste dell’America del Nord durante la luna delle Oche Dirette a Sud, l’anno in cui piantammo l’Albero dalle Grandi e Lunghe Foglie, undici secoli dopo le attività che avevamo condotto in Galilea. Col tempo, i Tuscarora si unirono alla Confederazione, che divenne allora quel gruppo di sei nazioni menzionato dalla storia. Col passare degli anni, decine di altre tribù e nazioni poterono beneficiare della pace diffusa da questa potente alleanza: la Lega degli Irochesi ebbe un impatto su tribù lontane, come quelle degli Osage e degli Omaha, e partecipò attivamente alla diffusione della saggezza del Cerchio Sacro e della pace che da esso procede, così come l’estate procede dalla primavera.  Leggi Tutto

Ascoltate, esseri umani che vivete oggi; prestate orecchio, così come la femmina del passero è attenta al richiamo del suo innamorato portato dal vento. Ci rivolgiamo a voi nei vostri sogni, in alcuni frammenti di canzone che udite distrattamente, vi parliamo per bocca dei bambini, attraverso le pagine di questo libro. Ma più ancora, vi parliamo dal più profondo del vostro essere. Ascoltateci e rammentate chi siete.  Leggi Tutto

Seconda Parte

La Mente Serpentina Si libera Dai rami della confusione Dischiude la propria conoscenza per salutare l’alba. Leggi tutto

Dietro i venti leggeri che bisbigliano tra le cime degli alberi, delle energie pure e delicate penetrano pulsando nel vostro mondo. Esse provengono dai livelli spirituali, da un livello di energia per voi invisibile, ma non per questo meno reale di tutto ciò che potete toccare o sentire. Leggi Tutto

Il nostro compito è quello di popolare un universo materiale di creature in grado di esprimere l’equilibrio tra le polarità stellari e planetarie. Abbiamo bisogno di esseri che abbiano una sostanza – carne ed ossa, ali, pelliccia, squame, occhi! – esseri sensibili ai suoni ed alla luce. Vogliamo abitare forme fatte di terra e di luce celeste. Siamo interessati agli uomini: gli artisti, i creativi, gli innamorati che celebrano gli elementi intonando un canto alla Vita. Leggi Tutto

La storia dell’umanità ha costituito una rappresentazione incompleta e parziale dell’universo, una creazione dell’immaginazione umana basata sull’osservazione di esseri che non sono in grado di captare le frequenze energetiche più sottili, laddove i disegni perfetti del mondo spirituale si dispiegano in tutta la loro evidenza. Leggi Tutto

Noi, gli esseri del Popolo Alato, giungiamo in quest’epoca non per materializzarci soltanto, ma per incarnarci. Oggi torniamo su un’onda di luce, animati da una pulsazione di nuova intensità. Abbiamo la capacità di materializzarci attirando gli atomi e le molecole all’interno dei nostri campi luminosi, ma non siamo qui per questo. Cerchiamo di incarnarci in esseri umani particolari, i cui corpi attuali si siano sviluppati da feti formati sui modelli vibratori della nostra luce. Leggi Tutto

Quando studiate nella sua pura essenza la natura della bellezza che sta dietro la perfezione del maschile e del femminile, trovate Dio. Giacché alla fonte, al centro, nel cuore di tutto ciò che è femminile si trova Dio, e nel cuore, al centro, alla fonte di tutto ciò che è maschile si trova Dio: lo stesso Dio, l’Uno, il Grande Spirito; e questa è la natura di Dio. Leggi Tutto

Il concepimento di una vita nuova esige un’intenzione creatrice fortemente concentrata: richiede un’attenzione così profonda e precisa nei confronti dei dettagli, che se questa concentrazione dovesse disperdersi contemporaneamente tra molteplici cellule, il miracolo del concepimento non potrebbe avvenire. Leggi Tutto

La giornata volgeva al termine. Penetrai nella penombra della capanna e sedetti a gambe incrociate in un cerchio di persone mezze nude. Leggi Tutto

Quando ebbe termine la cerimonia della Capanna del Bagno di Vapore, che aveva ridestato in me il ricordo del Cerchio dei Fedeli delle Stelle, mi trovai in uno stato di consapevolezza pura, non verbale. Leggi Tutto

Cap.XI – La nuova società dell’informazione

La pace regnò dunque nelle foreste dell’America del Nord durante la luna delle Oche Dirette a Sud, l’anno in cui piantammo l’Albero dalle Grandi e Lunghe Foglie, undici secoli dopo le attività che avevamo condotto in Galilea. Col tempo, i Tuscarora si unirono alla Confederazione, che divenne allora quel gruppo di sei nazioni menzionato dalla storia. Col passare degli anni, decine di altre tribù e nazioni poterono beneficiare della pace diffusa da questa potente alleanza: la Lega degli Irochesi ebbe un impatto su tribù lontane, come quelle degli Osage e degli Omaha, e partecipò attivamente alla diffusione della saggezza del Cerchio Sacro e della pace che da esso procede, così come l’estate procede dalla primavera.

Per circa trecento anni, gli Irochesi e le numerose tribù con le quali essi commerciavano celebrarono nuovamente il culto del Cerchio. Gli abitanti della grande vallata centrale del Missisipi, delle valli dell’Ohio, del Montreal, del Tennessee e di tutte le foreste che le separavano, subirono l’influenza degli insegnamenti dell’Albero in fiore. Gli uomini amavano e celebravano gli dei del cielo, del sole, della luna e dell’arcobaleno, e le armi erano assai rare.

Partendo dal lago Onondaga, un pacifico commercio prese ad estendersi in ogni direzione, per un raggio di centinaia di miglia. Vennero prodotte opere magnifiche: gioielli, vasellame, dipinti ispirati di squisita fattura. Vennero eretti tumuli di terra a forma di animali ed uccelli, che divennero centri di unità spirituale e di armonia tra le nazioni. Le cerimonie che gli uomini celebravano al centro di cerchi di pietre rammentavano loro che la vita è, di per sé, la più gloriosa di tutte le cerimonie.

Anche se furono gli Europei a fare tabula rasa delle ultime vestigia della Grande Pace, la lega risultava all’epoca del loro arrivo già in declino. Se esaminiamo rapidamente le diverse opinioni che le attuali generazioni americane si fanno di quel periodo, possiamo constatare la presenza di molti giudizi errati, che vanno da un ritratto molto romantico degli indigeni americani del quindicesimo e sedicesimo secolo, descrivendoli come esseri idilliaci che certamente non erano, fino alle “immagini ufficiali” che ogni scolaretto americano conosce bene. Entrambi gli estremi sono imprecisi, sebbene la verità si avvicini di più al ritratto tracciato dai romantici, poiché essi compresero approssimativamente quale fosse la visione che animava i popoli originari d’America: un universo di consapevolezza, che ancor oggi sfugge agli Europei. I romantici dotati di maggiore intuito riuscirono a farsi un’idea della situazione che regnava in America migliaia di anni prima della conquista europea, ed in buona fede essi confusero il continente di quelle epoche remote con l’America di New Amsterdam, del commercio di pelli, dei Padri Pellegrini e di Champlain.

Anche dopo che la maggior parte di noi si fu ritirata nel mondo dello spirito, le tribù americane continuarono a riconoscere la nostra presenza, persino in luoghi che da migliaia di anni non erano testimoni delle nostre incarnazioni. I valori dei popoli dell’America del Sud e Centrale si disgregarono più rapidamente rispetto a quanto accadde nel Nord, dove – fino all’arrivo dell’uomo bianco – determinate regole fondamentali non vennero mai infrante.

Il concetto dello scalpo, ad esempio, era totalmente ignoto in America prima che gli Europei lo introducessero sotto forma di misura genocida destinata a sterminare gli autoctoni. Anche la pratica di cacciare ed uccidere un animale unicamente per impadronirsi della sua pelliccia era completamente estranea al popolo: persino presso le tribù più temibili dell’epoca pre-colombiano, nessuno uccideva un animale senza rendere grazie al suo spirito, e senza consumarne le carni con rispetto e gratitudine.

Ma i mercanti insensibili, che i regimi monarchici dell’Europa del sedicesimo e diciassettesimo secolo avevano fatto prosperare, videro negli indigeni d’America degli strumenti, dei creduloni, degli idioti, da far lavorare quando era utile e da cacciare come bestie quando il loro sterminio si rivelava invece più redditizio.

Quando questi mercanti incaricarono i loro accademici di scrivere la storia, non menzionarono affatto il mondo spirituale e la nobiltà che caratterizzavano i popoli d’America, essi posero invece l’accento sui fatti e le gesta degli individui maggiormente privi di scrupoli, generalizzando e definendo selvaggia e pagana l’intera popolazione. Ma bisognava aspettarselo; vivevamo ancora in un’epoca di tenebre. Soltanto i figli d’America peggiori – o i migliori – continuarono a percorrere la Terra. Gli spiriti dall’animo delicato avevano da tempo scelto di non incarnarsi più e alla metà del diciassettesimo secolo, anche i nativi che avevano avuto un animo guerriero fecero la stessa cosa: tra il 1650 ed il 1900, la popolazione originaria dell’America del Nord si ridusse di circa l’80%.

Né Hiawatha né Deganawida potevano modificare il corso della storia. Nemmeno la Lega degli Irochesi poteva impedire il mescolarsi delle quattro razze che doveva inevitabilmente precedere il nostro ritorno sulla Terra. Ma come gli insegnamenti di Gesù hanno consentito di attenuare la violenza degli Europei nel corso degli ultimi due millenni, così le nostre attività legate alla fondazione della Lega ed alla creazione dell’attuale sistema governativo americano hanno permesso di contenere la violenza di questi ultimi secoli. Gli anni dell’era cristiana sono rimasti impressi nella vostra memoria come un’epoca di violenza, ma il fatto che ne abbiate serbato il ricordo – insieme a documenti ed opere d’arte di delicata fattura – attesta l’enorme miglioramento segnato da questo periodo rispetto alle tenebre che l’hanno preceduto.

Quando ringraziate Dio della presenza, in questo secolo, di uomini e di idee che contribuiscono a mitigare la violenza che avrebbe invece potuto scatenarsi, ringraziate anche le divinità del cielo, del sole, della luna e delle stelle; ringraziate le divinità che vivono negli alberi, che si adoperano nelle sorgenti per offrirvi l’acqua che vi disseta e che fanno maturare il grano, il mais e le patate dei vostri campi. Giacché tutte queste divinità, per quanto siano state ignorate, non hanno mai smesso di esercitare una benefica influenza, ed hanno contribuito a lenire i vostri traumi in questi ultimi secoli: sussurrando qua e là, flebili voci nei vostri sogni, acquietandovi mentre scivolate nel sonno con immagini che nascono dagli alberi che si ergono davanti alla vostra finestra, agendo con discrezione sotto innumerevoli forme diverse, tali divinità sono venute a smorzare la vostra aggressività. Rendete grazie a questi esseri, poiché hanno evitato molte sofferenze. Onorateli e venerateli, poiché sono i servitori di Dio.

Si tratta delle stesse divinità che i Tuatha de Danann adoravano sulle rive del Killarney, le stesse divinità che i Druidi ringraziavano, offrendo loro la prima coppa d’acqua attinta da ogni sorgente della foresta, gli stessi esseri che gli uomini della savana africana e gli aborigeni australiani invocano oggi. Queste divinità non sono affatto degli dei “pagani”. Si tratta di esseri servizievoli, di energie indispensabili, tutte dotate di coscienza; sono le particolari manifestazioni che Dio ha scelto per servirvi in questo universo materiale. Ogniqualvolta rendete omaggio ad una di esse, voi onorate Dio.

Forse il vostro è l’unico popolo che non disponga di alcun termine per designare queste essenze divine del mondo sottile.

Formando un grande e meraviglioso pantheon, essi vibrano e risplendono come i colori dell’arcobaleno, e sono tutt’uno con il Grande Spirito, Cristo, Wakan Tanka, l’amore solare ed eterno, la scintilla ovunque onorata quale sorgente di vita. Come nessun antagonismo oppone in realtà le forze elementali della terra ed i mormorii del vento solare, come nessuna rivalità oppone l’oceano e la costa, la femmina e il maschio, la luce della luna e quella del sole, mezzogiorno e mezzanotte, così nessun conflitto oppone il monoteismo delle tradizioni europee ed il panteismo dei popoli vicini alla terra. Sbarazzatevi degli abusi e delle visioni distorte legate ad entrambe le tradizioni.

In questo nuovo mondo di luce, dovete vedere Dio in ogni cosa. Cercate di capire che onorando tutte le manifestazioni di Dio, è Dio stesso che onorate. Non riservate la vostra venerazione ad una sola immagine esposta in una cattedrale – o racchiusa nella vostra coscienza – ma tributatela anche ai passeri, ai bambini, ai fiori e persino ai sassolini che brillano sulla spiaggia.

Non onorate lo Spirito di Dio in astratto, ma onoratelo nelle vostre sorelle, nei vostri fratelli e nel vostro stesso cuore. Mostratevi generosi nella vostra venerazione. Fatene dono al cervo della foresta, all’aquila che plana attraverso le gole delle montagne, al castoro che assapora ogni istante della sua esistenza. Perché celebrando ogni elemento del creato, celebrate Dio. Rendete grazie a tutti questi esseri che hanno reso più luminosa la vostra epoca. Donate loro il vostro amore; percepite la loro presenza in ogni raggio di luce inviatovi dalla luna, in ogni radura.

Quando conoscerete questo Cristo del quale tutto il pianeta rivela il corpo, quando la luce divina vivrà in voi, quando la vostra individualità si sarà umilmente messe al servizio della vostra universalità, quando riconoscerete di essere tutt’uno con questo grande Essere di cui siete i rappresentanti sulla Terra, potrete finalmente vedere questo pantheon di divinità! Ciascuna di esse vi canterà la gioia, la meraviglia, la gloria santa e magnifica dell’Uno.

Vivete in seno all’Uno, in accordo con l’Uno, e lasciate cantare la vostra individualità in perfetta armonia con gli altri membri della vostra nazione, così come quest’ultima canta in armonia con le altre nazioni che in questo mondo costituiscono l’organo della coscienza dell’Uno. Siete lo strumento che permette a Dio di farsi uomo, lo strumento attraverso il quale egli si prende cura del giardino, lo strumento per mezzo del quale Dio interagisce con il creato. Questo universo rappresenta il dispiegarsi di voi stessi. L’avete creato allo scopo di godere del tempo attraverso la realtà di una sostanza biologica.

Ci sembra strano dirvi oggi tutto questo, noi che siamo la parte di voi stessi rimasta sveglia, mentre voi dormivate traendo dai vostri sogni la vostra specie; poiché, uomini e donne incarnati in quest’epoca, ancora sonnecchiate nell’immagine dei vostri stessi figli. Sappiamo tuttavia di potervi offrire un miglior risveglio considerandovi come la nostra sorgente. Come possono dei genitori parlare al loro bambino, quando sanno ch’egli diventerà ben presto un Dio? Noi che abbiamo guidato i vostri passi da sonnambuli, noi che a più riprese abbiamo evitato che sprofondaste nell’ignoranza, come possiamo mutare oggi prospettiva ed avere di voi la stessa percezione di quando questo universo era giovane ed il vostro Spirito ci ha generati? Come possiamo vivere tutto questo, vi chiederete. Ebbene, lo facciamo con piacere, con gioia, elevando un canto nella spirale ascendente di fuoco del vostro amore eterno.

Così come ogni cosa guarisce col tempo, il processo della caduta della coscienza umana – con tutta la grande avventura, il fasto e l’epopea che ad essa sono legati e di cui gli uomini hanno nel contempo conservato alcune tracce e fortunatamente perso il ricordo – è in via di guarigione. Una volta che l’intelligenza si è radicata in qualche luogo, anche se può accadere ch’essa venga mal guidata nel corso di un’epoca o di un’era, rimane pur sempre intelligenza, rispetto alla sua fonte originale, e finisce inevitabilmente per imparare.

Alla luce della verità semplice ed evidente che la vostra coscienza ormai abbraccia e condivide così liberamente, non potete fare a meno di chiedervi perché idee come queste non si diffusero con la stessa facilità di oggi nelle scuole socratiche, nella Firenze del Rinascimento, alla corte di Salomone o nei monasteri tibetani. Per un breve attimo, il tempo che l’alba screzi l’orizzonte di blu e d’oro, vi ponete questo interrogativo.

Perché la verità non è fiorita quando Colombano pregava sulle sponde dell’isola di Iona? Perché il lampo tra Francesco d’Assisi e papa Innocenzo III non ha illuminato che il Vaticano, e soltanto per un ora? Perché questo fulmine non ha fatto divampare un fuoco che avrebbe illuminato il mondo? Vi chiedete perché Artù non sia riuscito a mantenere l’unità della Tavola Rotonda e perché le migliori generazioni nordiche cedettero all’ipnosi che venne insegnata loro quanto ai Giapponesi.

Eravate presenti a quell’epoca, nei giardini da the dell’imperatore, quando un autentico Dio-Sole cercava di colmare lo spirito ed il cuore degli uomini. Non eravate voi che cavalcavate nel deserto, disgustati dalle usanze guerriere della Cina, voi che vi eravate fermati a scrivere queste parole tanto a lungo venerate, eppure ancora lungi dall’aver dato tutti i loro frutti? E quando eravate seduti sotto l’Albero dell’Illuminazione1, dopo esservi ristorati con latte e curd2, perché avete ignorato quello slancio che finalmente vi spingeva a parlare con la donna che vi porgeva il cibo? Ora che la storia è sul punto di essere seppellita, nell’epoca vacillante in cui la vostra attenzione è prossima a volgersi verso le stelle, non potete fare a meno di porvi degli interrogativi su questi cruciali frangenti del passato. Sul finire di questo secolo, la verità si diffonde tra gli uomini con così grande semplicità e fluidità! Perché non fu così quando, incarnati un po’ dovunque, in altre vite ed in altri tempi, ne avevate visto la possibilità? A lungo siete entrati ed usciti da questi regni per reggere le candele nell’oscurità, per aiutare i popoli guerrieri verso la guarigione; oggi, questa guarigione non è più una tremula fiamma, ma bensì un’alba che avvampa ed illumina il cielo ad Oriente.

Oggi potete vedere apparire queste idee in centinaia di nuovi libri, canzoni, film, pubblicazioni e riviste. Osservando la passione con la quale esse vengono tradotte in tutte le lingue, trattate da tutti i mezzi di comunicazione di massa e condivise da guaritori e governanti di tutte le tradizioni del pianeta, vi rivolgete degli interrogativi sulle occasioni mancate della storia.

Ma approfondendo la riflessione, vi rendete allora conto che non vi sono state occasioni perdute. E se aveste seguito la donna che vi offriva latte e curd, entrambi uniti nella gioia assoluta, avreste navigato sulla sua canoa, molto al di là delle acque del Gange, e non avreste scambiato una sola parola con gli uomini legati al mondo dell’illusione, come invece faceste. Quetzalcoatl, Gesù, sapete quanto essi iniziavano a contare su di voi. Quando il vostro interesse è scemato, la Verità non è venuta meno. Essa è cresciuta e si è intensificata.

Così come, con l’arrivo della nuova stagione, la forza di vita non si aggrappa alle foglie morte, le Grandi Radici Bianche della Pace non si curano dei nomi, degli ego, delle etichette, delle immagini. Ciononostante, tutti vengono onorati, poiché ciascuna radice di pace tesse con le altre un grande reticolo concentrico di luce che percorre la nostra Madre primordiale e scorre nel sangue di tutti coloro che hanno vissuto e vivono per contribuire a rendere questo mondo migliore.

Ed all’improvviso capite perché oggi le cose sono cambiate. Giacché quando avete dato forma al Tao Te Ching, eravate seduto da solo sulla sabbia, mentre il vostro cavallo brucava l’erba al limitare del deserto; un’unica persona poteva ricevere il vostro scritto. Allora non esisteva il telegrafo in grado di ritrasmetterlo alla velocità della luce dall’altra parte del pianeta.

E quando parlavate del Sentiero Ottuplice, alcuni degli uomini riuniti attorno a voi comprendevano il significato delle vostre parole, ma il loro modo di esprimersi non era simile al vostro e nessuna registrazione consentì di conservare la verità in tutta la sua chiarezza. Quando Francesco parlò. nessun video ritrasmise la folgorante illuminazione che fece divampare i fuochi di tutta la Cristianità, anche se un po’ di legna secca era stata accatastata su molte sponde e gli uomini pregavano affinché Dio accendesse quella fiamma.

E quando lo spirito animò Thomas Jefferson durante le settimane che videro la creazione della Nuova Inghilterra, vi furono dei momenti in cui gli occhi di molti tra quei primi Inglesi che udirono le parole di Thomas furono abitati dagli spiriti di Dio. Eppure, questo avvenimento non fu trasmesso dalla televisione, né diffuso attraverso una rete mondiale di telecomunicazioni al parlamento inglese ed alle famiglia dei cinque continenti.

Esistono numerose spiegazioni del fatto che oggi il mondo sperimenti un dispiegarsi così rapido della coscienza. Esso è dovuto alla straordinaria espansione delle reti di comunicazione, resa possibile grazie a telefono, radio, televisioni e satelliti, oltre che allo sviluppo in chiave esponenziale dell’informazione, attraverso strumenti come il magnetofono, il videoregistratore, la cinematografia e l’informatica.

Oggigiorno, non appena una Donna Bisonte Bianco, un moderno Deganawida o un Hiawatha si esprimono, le loro parole vengono immediatamente ritrasmesse attraverso i cieli, circolano all’interno di cavi sottomarini, volano da un ripetitore all’altro, trascinando con sé le micro-onde che si rincorrono attraverso la campagna. I sibili delle loro parole riecheggiano simultaneamente nei fili telefonici del Nebraska e dell’Ucraina. Segnali elettrici corrono alla velocità della luce, le parole rimbalzano a più riprese dai satelliti alla Terra e viceversa, compiendo il giro del globo. Nel momento stesso in cui le parole vengono pronunciate, le orecchie del pianeta ascoltano, attendono e sono pronte a ricevere il messaggio.

Ma, più ancora dello sviluppo della tecnologia delle comunicazioni, ciò che è significativo nell’attuale risveglio planetario è il numero di persone che trasmettono direttamente ciò che Francesco d’Assisi affermò alla frontiera cinese, ciò che Hiawatha condivise sulla sponda del lago Onondaga e ciò che Gesù insegnò nelle strade di Gerusalemme.

A quei tempi, eravamo in pochi. La coscienza dell’umanità, nella quale dovevamo penetrare, era allora invasa da pregiudizi così tenaci che l’insieme del nostro Cerchio di Luce doveva raccogliere le proprie forze ed unirsi per permettere e sostenere l’incarnazione di quei pochi esseri, due o tre, in grado di portare la verità e la luce agli uomini.

Solo ora, alla fine del ventesimo secolo, siamo riusciti ad incarnarci pienamente e completamente, allineando i nostri corpi spirituali con quelli fisici, eterici, emotivi e mentali degli uomini. E tale allineamento si è reso possibile non soltanto con un uomo o una donna qua è là, ma con molti esseri umani, talvolta anche con intere comunità.

Ora che la nuova società dell’informazione sfocia, come un’esplosione, nel risveglio spirituale globale, veniamo ad unirci ai nostri ego umani su una scala mai eguagliata nella storia del pianeta. I popoli si volgono nuovamente verso la fonte di ogni informazione, verso il Grande Spirito. Ciascuno dei nostri ego scopre, talvolta rapidamente, talaltra gradualmente, qual è il suo giusto posto nella comunicazione di questa nuova consapevolezza. All’inizio si verificano naturalmente delle alterazioni, ma esse vengono ben presto purificate in questa esplosione della coscienza. I nostri spiriti si incarnano in un numero crescente di uomini e donne. Le distorsioni della Realtà diventano sempre più rare. La Verità si dispiega. Che cosa meravigliosa!

Come i crochi annunciano l’arrivo della primavera, così, per un certo periodo, le canalizzazioni proliferano. Poi, come i crochi lasciano il posto alle giunchiglie, al momento opportuno questi messaggi danno luogo ad una comunicazione più intensa e più completa. Gli Spiriti di Dio ottengono la cooperazione dei loro ego, con i quali entrano in comunione sulla Terra. Essi si incamminano, a passi lenti e regolari, verso quel processo destinato a stabilire il legame tra i loro ego, non accontentandosi più di parlar loro quali messaggeri delle stelle, ma sbocciando in una perfetta unione e ridestandosi con loro alla totalità della loro vera natura.

E tutto continua. Dopo i crochi vengono le giunchiglie, e dopo le giunchiglie viene il tarassaco. A questi seguono i fiori di corniolo, di melo, di pero, di prugno e via via tutti gli altri. La quercia scuote i suoi fiori delicati e scoppia finalmente l’estate, testimone della caduta e della scomparsa di tutti gli insegnamenti che l’hanno preceduta. La primavera, con i suoi fiori di campo ed i primi alberi in fiore lascia il posto alla sensualità, per nulla intimidita, di un’estate in pieno sboccio: lussureggiante, sontuosa, magnifica.

Siamo colmi di riconoscenza per questi insegnamenti che hanno aiutato il cuore degli uomini a distogliersi dalla violenza nel corso di quest’epoca di tenebre. Ma non ci si può nutrire dei frutti che sono cresciuti nel giardino di un’età antica. Giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, le Grandi Radici Bianche della Pace partoriscono le stesse verità, conferendo loro un gusto di freschezza e di novità, simile a quello delle verdure e dei frutti estivi. E tutto questo affinché possiate beneficiarne, apprezzarle e condividerle quando esse giungono a maturazione, affinché le curiate, in modo che possano continuare a fiorire più rigogliose che mai. Come gli Ongwhehonwhe. Come il popolo fedele alla Realtà. Come il Popolo Alato, i cui semi hanno riposato nel cuore degli uomini, mentre la paziente Terra descriveva migliaia di rotazioni intorno alla sua stella.

1 * N.d.R.: l’albero sotto il quale si sedette il principe Siddharta, conseguendo l’illuminazione della Buddhità.

2 N.d.R.: una specie di delizioso yogurth indiano offerto al principe Siddharta in meditazione sotto un albero da una donna che pensava di trovarsi dinnanzi ad uno spirito della foresta. Col suo dono ridiede vigore all’asceta indebolito dal digiuno, che da quel momento riprese la ricerca della Verità fuori dagli schemi fino ad allora conosciuti.