Dialoghi con un Maestro Venusiano – parte 11

Guardai e vidi che i primi tre corpi piú superficiali erano simili nella loro apparenza soprattutto relativa al senso di consistenza che davano e al grado di tenue luminosità. I tre successivi erano più luminosi e parevano più sottili e più consistenti nel maggior grado di profondità. L’ultimo, che palpitava bianchissimo, ora appariva in una luce eccezionale e chiaramente irradiava flussi ritmici di intensa luce a tutti gli altri corpi, attraversando tutta la loro estensione e profondità.

Ora dopo aver vissuto le mie Vite sulla Terra mi rendo conto che qui non è possibile, sulla Terra, riuscire a penetrare tutta quella realtà vitale, e che quella scena che vidi sul mio Pianeta natio, così incredibile aveva prodotto delle possibilità ai miei sensi che in un normale stato di coscienza, come quello dei terrestri sulla Terra, così abituati o soliti vivere, non è possibile.

«Il corpo più esterno, disse Lyr-Han, «è quello materiale. Gli altri sono di energia non più materiale, ma cosmica o astrale. Con ognuno di questi corpi l’essere umano può vivere in vari mondi e dimensioni, su pianeti più evoluti.

Il corpo più esterno muore, e il corpo sottostante è pronto a realizzarsi pienamente nel nuovo ambiente energetico. È quanto avviene alla morte, ma in realtà è soltanto una nascita col nuovo corpo di una dimensione superiore su un mondo superiore di pari grado evolutivo a quello del corpo realizzato.

Poiché le dimensioni sono tantissime, anche i corpi potenziali negli esseri viventi non sono soltanto sette, ma tantissimi. Ora ve ne mostro soltanto sette per facilitare la vostra comprensione».

«L’Anima», prosegui Lyr-Han, «ha la capacità di vivere nello sconfinato Spazio oltre la Barriera Celeste, mentre quando l’Anima è ancora rivestita dei corpi astrali, allora non può oltrepassare la Barriera Celeste e deve soggiornare in un mondo cosmico di pari grado evolutivo».

Ricordate sempre che noi Pleiadiani, Venusiani, Siriani, siamo, coloro che hanno già realizzato il corpo spirituale e quindi normalmente soggiorniamo nei meravigliosi mondi della Luce nello Spazio ultracosmico.

Noi siamo, quelli che i nostri fratelli della Terra e di tutti i Mondi meno Evoluti un giorno chiameranno Angeli o fratelli delle Stelle, noi possiamo intraprendere viaggi nelle dimensioni cosmiche e rivestirci di corpi cosmici secondo la necessità.

Invece, i Fratelli che non si sono ancora evoluti come quelli che abiteranno la Terra al punto di liberarsi dai corpi cosmici e da poter oltrepassare la Barriera Celeste oltre la quale c’è l’infinito Spazio della Luce, avranno la possibilità di intraprendere viaggi in mondi inferiori al grado della loro evoluzione.

Lyr-Han disse, guardando negli occhi alcuni di noi, di cui già sapeva, che sarebbero stati chiamati un giorno ad incarnarsi come Maestri sulla terra o su altri Mondi meno evoluti: “ricordate sempre Figli Miei, questo lo possono fare autonomamente, in virtú delle loro conoscenze e delle missioni che si propongono o vengono loro affidate.

Per andare oltre, questi nostri Fratelli, dovranno affidarsi a voi che già avete oltrepassato la Barriera Celeste e che quindi avete una conoscenza tale da permettervi di farvi fare viaggi verso mondi superiori al vostro grado evolutivo».

Dopo una breve pausa la lezione continuò.

«Osservate», disse Lyr-Han, «ora vedrete le conseguenze dell’ira sui corpi sottili e sul corpo spirituale di questi fratelli».

L’uomo diceva parole severe alla donna, accusandola di non essere in grado di fare il suo dovere. Era accigliato, e la donna lo guardava sorpresa. Vidi la figura dell’uomo, i contorni dei suoi corpi come deformarsi, come se venissero distorti da una forza brutale.

L’armonia delle linee veniva compromessa. Dal corpo spirituale che si offuscava e perdeva la sua bianchissima luminosità, partivano come ondate di grumi energetici che attraversavano gli altri corpi alterandone la luce, l’omogeneità e la forma.

L’uomo ora gridava, e la donna piangeva. La luce biancastra del suo corpo spirituale divenne di un colore sporco, sul marrone scuro; tutto il suo essere subí una inondazione di quella colorazione sgradevole e la sua sagoma si contrasse e restò deformata.

Soltanto il corpo materiale, benché divenuto il contenitore di quelle deformazioni e stravolgimenti della luminosità e della bellezza degli altri corpi, subí un minore deturpamento.

Adesso dal corpo dell’uomo fuoriuscivano come ondate di quell’energia vitale cosí disordinata e cupa, si spandevano in emissioni successive nell’aria circostante e penetravano nei corpi della donna, che a quella penetrazione pure si contraevano deformandosi e ricevendo un abbassamento della loro naturale luminosità.

«Ciò che vedete», spiegò Lyr-Han, «è quanto avviene in un essere umano la cui coscienza si abbandona all’ira. La sua energia vitale si oscura e si deforma. Dal corpo spirituale questo sconquasso si trasmette a tutti gli altri corpi, fino a quello materiale, e tutti ne soffrono.

L’energia vitale di ogni individuo è in comunione, attraverso l’ambiente, con quella dei suoi simili e quindi chi vive ordinatamente e bene giova ai Fratelli, e chi vive disordinatamente e male danneggia i propri simili. Tutto il creato è in comunione.

Tutto è realtà, e piú una realtà è sottile, più è vitale. Il pensiero, le sue forme e quella che ogni essere vivente chiama fantasia o immaginazione è di una realtà e consistenza che la materia non può comprendere. Intendo dire che l’essere ancora legato alla materia resterà stupito allorché si avvedrà della inconsistenza dell’energia materiale rispetto alla consistenza vitale del suo spirito coi pensieri, i sentimenti e le emozioni in esso contenute.

Ma poiché per ora gli Esseri meno evoluti filtrano queste cose nella materia, ecco che si crea un’illusione ecco che vedranno molto consistente la materia e astratta ogni altra realtà piú sottile».

Intanto l’uomo che si vedeva nel ologramma seguitava nella sua esplosione d’ira, e il «contagio energetico» descritto ora inondava anche il bambino, che tuttavia seguitava a mostrare noncuranza della lite.

Anche la vegetazione era pervasa da quelle ondate di energia scura e disordinata perfino nel ritmo di emanazione, e produceva una disarmonia anche nella roccia. Cominciammo a sentirci invasi da quel malessere.

«Che brutta cosa!», dissi guardando negli occhi il mio maestro. «Che brutta cosa!».

La scena subí come un’accelerazione, poi rallentò al tempo naturale. Ora l’uomo abbracciava dolcemente la donna che si asciugava le lacrime. Il piccolo era tra loro che ridacchiava contento. I corpi dei tre e di tutte le realtà vegetali e minerali stavano subendo come una ricomposizione. Ondate di luce e di colore davano nuova armonia e respiro a quelle sagome. Noi tutti sentivamo tornare in noi gioia e felicità mentre si allontanava l’incubo di quanto avevamo veduto e provato.

La scena si spense pian piano e la vaporosità tornata sul grigio svaní lentamente. La luce della sala tornò come prima Lyr-Han ci sorrise dolcemente, e ci disse quanto avete visto e provato non è nulla in confronto a quello che vedrete quando un giorno sarete sulla Terra o su altri mondi meno evoluti, siate pronti fin da ora, poiché sarete chiamati a passare attraverso prove durissime.

Con queste parole Lyr-Han si congedò da tutti noi e ponendo la mano sul plesso solare in segno di saluto ci diede appuntamento per l’indomani.

La sala si svuotò lentamente. Nell’aria si potevano percepire chiaramente le emozioni contrastanti per le immagini che avevamo visto. Io a differenza degli altri rimasi seduto in silenzio, non curante del tempo che passava. i miei pensieri e le mie emozioni, erano come un turbinio che inondava ogni mia cellula, ogni mia fibra, non avevo mai sentito niente di simile sino ad ora.

Non so dire quanto tempo passai in quello stato dell’essere, ma ad un certo punto udii una voce dolcissima che mi invitò ad alzarmi, dicendomi “è giunto il momento che tu faccia ritorno a casa” guardai di fronte a me e vidi il volto e gli occhi della Saturniana, Mi alzai con fatica, e lentamente attraversai i vari saloni e corridoi della struttura collettiva, e mi avviai verso casa…

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