CAPITOLO 1
Il Popolo Alato
Ricordo bene il giorno in cui attraversai le vaste distese della Grande Prateria, a testa alta, le piume del copricapo ondeggianti al vento. I soldati videro soltanto la mia figura che si stagliava contro il cielo. Mi avvicinai lentamente, le braccia scostate dal corpo ed i palmi delle mani rivolti verso di loro, in segno di pace. Osservavo le ondate d’amore che si sprigionavano dalle mie mani e che avevano tutta la forza dell’amore da me espresso prima e dopo il Golgota.
I soldati spararono e mi uccisero.
Sapevo che sarebbe andata così.
Ma i loro figli sono cresciuti all’ombra dei miei insegnamenti, hanno imparato ad amare lo spirito che mi anima ed hanno acquisito una comprensione dei miei principi creatori, sufficiente per raggiungere la luna. Avrei potuto trasmettere loro il mio insegnamento in maniera diversa, quel giorno in cui volarono i proiettili ed il vento sibilò tra le mie piume? Quale più efficace spiegazione avrei potuto fornire, se non dando l’esempio attraverso le mie stesse azioni?
Ho conosciuto migliaia di morti ed altrettante vite, allo scopo di insegnare alle razze guerriere ciò che esse non avrebbero altrimenti potuto imparare. Ne esco alla fine vincitore, poiché i popoli in guerra vivono oggi un mutamento fondamentale, mentre io risuscito innumerevoli volte, per condurli, insieme alla loro gente, sempre più lontano, verso il destino che li attende tra le stelle di mezzanotte.
Ho vissuto in ogni angolo del pianeta. Posso evocare ricordi di luoghi in cui uomini miti, per mezzo della loro vita, mi hanno fatto conoscere la Terra, e se mi impegno, sono in grado di ricordare il nome di quei luoghi, il viso di quelle persone, le strade dei loro villaggi, le danze intorno al fuoco, quando in autunno il terriccio delle foreste profumava di foglie secche ed il chiarore lunare disegnava giochi d’ombre dietro gli alberi spogli. Ma non ho bisogno di cercare di rammentare invece altre cose, poiché non potrei mai scordarle: io sono quelle stesse cose.
Spesso, io sono i laghi di montagna, giacché questi furono gli ultimi luoghi abitati dalla mia gente, prima che essa prendesse il volo, abbandonando la forma umana, per raggiungere i mondi dello Spirito ed i regni sottili della Natura, in attesa che i cicli si compissero e giungessero tempi più propizi ai cambiamenti per far ritorno sulla Terra.
Potrei mostrarvi le sponde di uno di quei laghi, dove vissero cinquecento persone. Eppure, rari sono gli esseri umani che vi potreste intravvedere. Così come sarebbe difficile scorgere una lontra, un castoro od un orsetto lavatore, tanto il loro comportamento e la loro esistenza vibrano in armonia con la terra ed il sole. Ma ciò di cui vi parlo accadde molto tempo prima che gli Europei emigrassero su questo continente, prima ancora che l’influsso della civiltà penetrasse tra i Maya e gli Olmechi.
Quaggiù, in questo mondo ancora sconosciuto, situato tra l’Asia tormentata ed un’Europa continuamente in guerra, conducevamo a quell’epoca una vita tranquilla. I vostri antichi documenti raramente menzionano il continente americano, poiché le nostre culture, fino a tempi recenti, non hanno prodotto la storia. Le nostre tradizioni erano semplici e, fino a circa duemilacinquecento anni fa, avevamo ben poche preoccupazioni. Solo alcuni tra noi hanno assunto forma umana nel corso di questi ultimi venticinque secoli, ma in occasione delle nostre incarnazioni non potevate distinguerci dagli altri uomini. Non ci battevamo. Quando indossavo il mio copricapo e cavalcavo attraverso la Grande Prateria, lo facevo allo scopo di insegnare, e non di combattere. Per fare ciò traevo ispirazione dalle frecce, le cui aste erano costituite da piume, e dai paesaggi che, immersi nella luce del sole, erano altrettanti messaggi di sacralità. Ho attirato gli uomini e i cavalli fino alle valli più incantate, affinché si dissetassero ai ruscelli in grado di rivelare la loro verità, affinché i loro figli crescessero sulle vicine colline e si nutrissero con il granoturco e le zucche che avrebbero insegnato loro la saggezza dimenticata dalla loro tribù.
Non rimpiango perciò di aver vissuto in quel momento, quando procedevo a braccia aperte, quando i soldati spararono ed un corpo morì. Disteso sotto un cielo terso, circondato dall’erba alta ondeggiante sulla prateria, mentre quegli uomini scappavano tra la polvere e la confusione, guidai le pallottole in qualcosa di ben più profondo di un corpo fatto di terra ed acqua: feci penetrare quei proiettili dentro l’anima e il mio spirito volò fino al luogo da cui essi avevano avuto origine. Compresi allora quale tipo di fabbrica li avesse prodotti e che genere di donne e di bambini lavorasse in quegli stabilimenti. Compresi cosa provavano nei confronti delle loro famiglie, mentre erano intenti a colare negli stampi il piombo fuso. Compresi lo sguardo ch’essi posavano sul loro paese e ciò che pensavano dei loro padri, delle loro madri e delle loro nonne. Ruzzolai, turbinai e, simile alle imponenti nuvole temporalesche che andavano accumulandosi sulla prateria, rotolai nella confusione della loro coscienza collettiva e condivisi i loro stessi sogni; scoprii ciò che in essi vi era di autentico e lo feci mio.
Il fatto di assimilare le loro parole di metallo mi rivelò altri insegnamenti che avrebbero saputo scolpire dritto al cuore delle nazioni guerriere. Trasmisi loro delle conoscenze relative all’elettronica, alle onde radio in grado di sussurrare meraviglie sulle ali del vento, oppure riguardanti ali metalliche e cose materiali in grado di guidarli lungo il sentiero della saggezza, lento ma sicuro. Ancora una volta, come spesso già in passato, consolidai l’influenza degli insegnamenti che avevo impartito intorno e all’interno delle loro società, mentre li guidavo con dolcezza sempre più avanti, verso il loro destino.
Pensavate di poter uccidere gli abitanti della prateria e delle foreste e di farli scomparire, come un sogno fastidioso: non avete capito ch’essi mi appartengono, proprio come voi, e che sarebbero ricomparsi nei vostri figli e nipoti per rivivere come vostro stesso popolo. Giacché i nativi americani di questi ultimi secoli sono, esattamente come voi, i discendenti delle nazioni guerriere, e devono trarre dalla loro esistenza delle lezioni analoghe alle vostre.
Tuttavia, non fu sempre così.
Vi fu un tempo in cui la nostra presenza si rivelò in seno ad un popolo americano, e le nostre creazioni fiorirono come viventi pennellate, colorando le valli, i laghi e le montagne ricoperte di foreste sui due continenti.
State ad ascoltare e vi rivelerò la storia della mia gente, di coloro che sono rimasti tra voi, per trasmettervi i loro insegnamenti e guidarvi attraverso questa attuale età crepuscolare. Vi parlerò dell’opera che abbiamo compiuto pazientemente, secolo dopo secolo, allo scopo di condurre progressivamente l’umanità verso il momento della sua liberazione e della salvezza della Terra.
Rievocherò anche le pacifiche tribù dalle quali proveniamo, il popolo che alcuni di voi chiamano oggi “angeli”, ma che uomini più semplici definirono un tempo in modo diverso. Mentre la Terra descriveva migliaia di quiete orbite intorno alla sua stella, i popoli delle Americhe, i montanari asiatici, gli indigeni dell’Africa Centrale e, dovunque nel mondo, gli uomini vicini alla terra ci hanno chiamati il Popolo degli Uccelli, il Popolo Alato.
Ad eccezione di alcuni che rimasero allo scopo di guidare ed influire sul corso degli eventi, la maggior parte di noi non si è incarnata sotto forma umana in epoca storica; ciononostante, la nostra presenza non è mai venuta meno nei mondi naturali e spirituali che vi circondano. Partimmo quasi tutti circa venticinque secoli fa per attendere il momento del ritorno della vostra intelligenza e il lento evolversi dei cicli sacri che avrebbe favorito il risveglio della vostra coscienza.
Simili alle stelle che spuntano prima dell’alba, quando il temporale cede il posto ad un cielo sgombro di nuvole, eccoci oggi di ritorno. Penetriamo nella vostra coscienza, dapprima impercettibilmente, come un bisbiglio nei vostri sogni. Ma la nostra presenza si fa sentire sempre più e ben presto splenderà come un sole nascente. Siamo i portatori di un messaggio che sarà per voi di vitale importanza nel corso dei prossimi anni, gli ultimi vissuti nelle tenebre della storia.
Ci appelliamo a voi, esseri umani, esseri di luce. Scuotetevi, sbarazzatevi di questo passato che vi imprigiona nelle vostre tradizioni ed unitevi a noi per far schiudere una meraviglia senza fine. Elevatevi al di sopra delle vostre culture, affinché vi possiate rammentare delle vostre origini e della vostra natura. Come le stelle, siete corpi di luce; voi acconsentite a soggiornare qui, a specifiche temperature ambientali, per un lasso di tempo ben determinato; create il tempo e lo spazio, oltre alle distanze che vi separano gli uni dagli altri; dipingete paesaggi di natura spaziale sulla tela del tempo ed invitate polvere di stelle a danzare nei vostri campi di luce. I progetti di irrigazione nei deserti, i giardini pubblici nei centri urbani, le torri di vetro e acciaio, le lingue, le idee ed i costumi che nascono nelle vostre menti rappresentano oggi i vostri modi di espressione. Tuttavia, il vostro passato non consente di valutare la portata delle vostre potenzialità. Se paragonate alla pienezza di un artista nel fiore degli anni, le opere già compiute nel corso della storia equivalgono tutt’al più alle realizzazioni di un bambino che avanza a tentoni in una stanza buia.
Un giorno, uomini incarnati, capirete che in fondo a voi sono racchiusi lo stesso splendore, la stessa luce, lo stesso calore che si sprigionano con così grande forza dall’energia atomica delle stelle. E un giorno, donne incarnate, capirete che in fondo a voi è racchiuso il potere di creare, generare il nuovo, mantenere l’equilibrio, operare la sintesi, il potere della verità. Quel giorno, uomini e donne, vi renderete conto che nulla è in grado di minacciare la vostra esistenza. Prenderete coscienza dell’infondatezza delle vostre paure, giacché, per generare questo universo materiale destinato a soddisfare i vostri bisogni e a favorire il vostro sviluppo, Dio ha combinato gli immensi poteri legati all’aspetto paterno e materno del suo essere.
Nel corso di tre miliardi e mezzo di anni, noi, gli esseri dei regni angelici, abbiamo regolato, affinato e mantenuto determinate temperature sul pianeta, affinché esse contribuissero alla vostra crescita ed al vostro sviluppo. Non avete nulla da temere nell’entrare in questa fase di cooperazione con noi e con il vostro Creatore: siete in buone mani e molto amati.
Ancora non molto tempo fa, non eravate in grado di comprendere queste cose. Infatti, finché avete aperto il cuore alle frequenze emesse dalla paura, la vostra potenza è servita solo a dare credibilità alle illusioni generate dalla paura stessa. Noi vi aiuteremo ora a sintonizzarvi sulle frequenze in grado di guarire il vostro mondo e di condurvi verso l’avvenire che vi attende tra le stelle. Ascoltate e percepite, al di là di queste parole, le frequenze dell’amore emesse dal luogo in cui i disegni del Creatore Eterno non smettono di dispiegarsi nel tempo.
Noi siamo le Creature Alate del cielo. Noi siamo le vostre immagini create nell’amore perfetto, siamo la dimensione mancante necessaria affinché possiate ritrovare la vostra completezza. Siamo i custodi spirituali del vostro pianeta. Schiudete la coscienza alla nostra presenza per essere tutt’uno con noi. Ricordate. Imparate a conoscere voi stessi quali esseri pienamente, profondamente umani. Un autentico essere umano può sintonizzarsi sul canto del ruscello e prestare la propria voce affinché esso possa esprimersi. Può sintonizzarsi sul canto del vento e pronunciare parole che il vento non è in grado di esprimere senza la lingua dell’uomo. Un autentico essere umano sa fondersi nell’essenza della foresta, nell’anima della pioggia, nell’anima di qualsiasi cosa vivente e strisciante, ed è in grado di farsi il loro rappresentante imparziale, capace di evocare il meglio di loro stessi.
Qualunque forma di vita è una manifestazione di energia che si compie attraverso la materia, in continua trasformazione, in continuo fluire verso qualcosa capace di esprimere e svelare sempre più compiutamente il potenziale dell’universo spirituale. Il compito di un autentico essere umano consiste nel contribuire allo sviluppo di tutte le forme di vita, facendo emergere il complesso delle risorse illimitate di cui esse dispongono, allo scopo di fornire rivelazioni sempre più complete su quanto è racchiuso nel cuore di Dio.
L’essere umano autentico dà voce all’essenza di tutte le cose create, ma la sua prima voce, la sua voce centrale, è quella del Grande Spirito. E questa voce dice:
«Io mi manifesto nel mare, nel vento, nella terra, nella luce delle stelle e del sole. Mi manifesto nelle montagne e nella pioggia sul deserto. Io sono la stella e la pietra. Io sono l’uccello ed il pesce, il cielo ed il mare. Io sono l’Uno ed il Tutto, eternamente mi differenzio, mi moltiplico, mi rifletto come un raggio di luce attraverso diecimila perle prismatiche costituite da goccioline d’acqua in sospensione nella più alta sfera terrestre. Eccomi, splendente, per toccare la superficie di questo mondo materiale e generare, in una cascata, un coro multicolore di uomini e donne di luce, creati per imprimere bellezza, amore, ordine e grazia a questa danza sacra della forma atomica.»
Polvere di stelle, luce gelata: voi la chiamate materia, ma è una forma d’arte con la quale noi lavoriamo da venti miliardi di anni. Con questa luce, abbiamo scolpito i sistemi solari, le galassie e un universo di mondi governati dallo spettro dell’arcobaleno. Noi siamo i Figli della Luce e ci è stato affidato il compito di dar vita ad una realtà dimensionale. Dalle vibrazioni sonore della luce stellare noi abbiamo tratto l’ordine, la struttura e la bellezza. I nostri spiriti rendono manifesti i disegni del Creatore sottesi ad ogni creatura vivente, dalle foreste di sequoie ai microbi, dagli uccelli più delicati che abitano il cielo alle balene più imponenti che popolano gli oceani. Ma soltanto l’umanità è atta ad incarnare l’intera realtà della nostra essenza, l’essenza del Creatore. E tale essenza, in verità, è anche la vostra.
Figli dell’umanità, accostatevi alla verità. Essa è sempre stata qui. I vostri profeti ve l’hanno persino spiegato. Ogniqualvolta ci avete dato la possibilità di posarci tra voi, ogniqualvolta avete permesso alla nostra coscienza di stabilirsi nelle acque della vostra consapevolezza, nel mare aperto del vostro cuore, noi siamo venuti a popolare le vostre sponde.
Siamo l’intelligenza superiore di cui cercate le tracce nelle galassie, mentre noi abbiamo invece abitato nei vostri parchi, sulle cime degli alberi, nei giardini e nelle voliere dei vostri salotti. Siamo il Popolo Alato e siamo tornati. Siamo qui per insegnarvi a volare. Liberateci dalle vostre gabbie concettuali e dalle definizioni arcaiche. Venite ad unirvi a noi, sulla cima vivente degli alberi, laddove i venti dello spirito sono liberi di soffiare con forza.
Noi siamo il Popolo degli Uccelli. Amiamo le acque tranquille e fluide che portano con sé le verità eterne di nostra Madre, così come amiamo le stelle che forniscono il nutrimento indispensabile al mantenimento di queste vesti biologiche fatte di luce danzante.
Non staremo mai lontani dall’acqua o dalla terra, dalla luce o dal suono, dal fuoco del Padre o dalla quieta saggezza della Madre, giacché noi siamo il Popolo Alato e veniamo su questo pianeta allo scopo di nuotare sott’acqua come i pesci nell’oceano, di camminare sul terreno come i mammiferi e gli umani di quest’epoca, e di volare nei cieli grazie alle ali dell’Amore che ci ha generati e ci rinnova ad ogni istante. Poiché amiamo questi oceani e queste terre.
Il nostro amore per questa terra è come un eterno fuoco che sarà rivelato a tempo debito da una moltitudine di stelle; questo amore e questo fuoco si esprimono anche attraverso una stella che dice ad un mondo: «Sì, il mio amore per te è tale che ti darò tutto ciò che sono. Ti farò dono del mio fuoco, anche nel periodo glaciale. Tutto ciò che io sono, continuerò ad offrirtelo finché i nostri figli non saranno cresciuti, finché non concepiremo la discendenza che sarà il frutto dell’amore ardente della luce stellare e della dolce verità del mondo oceanico».
Svegliati, umanità. I maestri dell’amore ruotano intorno alla stella del mattino. Essi scendono a spirale, per atterrare sulle rive della tua storia; essi palpitano, battono le ali penetrando nella tua coscienza. Il Popolo degli Uccelli è tornato.